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Quali sono i comportamenti legittimi e quali le condotte vietate nell’uso della telecamera compatta sulle auto.

Sono sempre di più gli automobilisti che, anche in Italia, decidono di installare una dash cam sulla propria vettura. Nella maggior parte dei casi, lo scopo è quello di avere a disposizione una prova, attraverso le immagini filmate, nell’ipotesi in cui si sia coinvolti in maniera indiretta o diretta in un incidente. Tuttavia, è opportuno tenere conto dei divieti che scaturiscono dalle necessità di tutela della privacy, ed è per questo motivo che è opportuno domandarsi se le riprese effettuate sono valide come prova in un eventuale processo o per le compagnie assicurative.

Che cosa dice il Codice Civile

Per trovare una risposta a questa domanda si può fare riferimento all’articolo 2712 del Codice Civile, dedicato alle riproduzioni meccaniche come quelle cinematografiche, informatiche o fotografiche. Ebbene, in questo articolo viene spiegato che tutte le registrazioni fonografiche e le registrazioni meccaniche di cose e fatti formano una prova piena di ciò che è rappresentato a condizione che la loro conformità non venga disconosciuta dal soggetto contro cui esse sono state prodotte. In termini più semplici, è possibile usare i contenuti registrati con una dash cam in qualità di prova atipica solo se la parte accusata non avanza il sospetto che essi siano stati manipolati a posteriori o risultino inattendibili. Ad ogni modo, le riprese sono comunque soggette a una valutazione da parte del giudice, che è chiamato a stabilire se si possa usare o no il video come prova processuale.

Il tema della sicurezza stradale

Quando si parla di dash cam, non si può non fare riferimento al tema più generale della sicurezza stradale, che coinvolge non solo gli automobilisti, ma anche i motociclisti, i ciclisti e i pedoni: insomma, tutti gli utenti della strada. Il Regolamento europeo 2019/2044, non a caso, prevede che a partire dal mese di luglio tutti i veicoli nuovi siano dotati della scatola nera, un device simile a quello che si trova sugli aerei grazie a cui è possibile registrare le informazioni che riguardano il comportamento di un veicolo e, di conseguenza, ricostruire le dinamiche di un eventuale incidente anche ai fini dell’attribuzione delle responsabilità. Oltre alla scatola nera, però, anche la dash cam può rivestire un ruolo di primo piano da questo punto di vista.

È tutto legale

È bene sgomberare il campo dai dubbi precisando che l’uso di questa telecamera di sicurezza, che ha il compito di registrare quello che succede davanti ai veicoli, è del tutto legale, pur con alcuni limiti facilmente intuibili: in sostanza, è fondamentale che il dispositivo non limiti la visuale di chi si mette alla guida e non ostacoli i suoi movimenti. Nella maggior parte dei casi le dash cam vengono installate sul parabrezza o sul cruscotto, ma è possibile metterle anche sul lunotto. Inoltre, a volte vi ricorrono anche i motociclisti, che la installano sul casco.

Come funziona una dash cam

La dash cam quasi sempre presenta una memoria estraibile ed ha la capacità di registrare quello che accade nella direzione di marcia. La ripresa non viene mai interrotta, anche nel momento in cui si raggiunge il limite di memoria, poiché a quel punto i dati vengono sovrascritti in automatico. Attenzione, comunque, a distinguere la dash cam dalla telecamera di parcheggio: la prima, infatti, serve a registrare, mentre la seconda non è altro che un supporto alla guida e, proprio per questo motivo, non esegue alcun tipo di registrazione. Nel Codice della Strada, tuttavia, non si parla mai in maniera esplicita o specifica di dash cam.